Marvel IT presenta
https://www.comicus.it/marvelit/images/loghi_storie/uomoragno3.jpg

#94 – Giù le maschere

parte seconda
di Mickey e Fabio Furlanetto

 

All'esterno di un complesso industriale abbandonato

L'Uomo Ragno è abbastanza sfinito: ha volteggiato appeso alle sue ragnatele dallo Strange Palace di New York fino a questa zona sperduta al confine col New Jersey. Il fluido per le ragnatele sta per finire. Potrebbe essere valsa la pena seguire un pesce piccolo come il Ragno di Sangue: tutto dipende dalla sua destinazione, una scommessa che scoprirà a breve se ha perso o meno.

Il suo emulo si è fermato all'altezza di un cancello esterno, che sembra scansionarlo prima di aprirsi in maniera automatica.

Sfruttando i propri riflessi animaleschi, l'Uomo Ragno riesce a infilarsi alle sue spalle, prima che la cancellata si richiuda e l'allarme ad essa connessa si riattivi. Rimanendo carponi, schiacciato verso il terreno, continua a seguire la sua preda verso l'ingresso dell'edificio in stato di abbandono. Il suo sesto senso gli dice che ci sono ottime possibilità che sia un covo legato al Sinistro Sindacato. Come al solito, sarebbe stato meglio portarsi rinforzi... ma già così, persino un semplice umano come Michael Bingham, sulla soglia dell'entrata, si è girato perchè ha sentito rumori sospetti e, nonostante il buio, vede l'eroe mascherato acquattato nell'ombra.
-Cazzo- si lascia scappare, assumendo subito una posa difensiva di una non meglio specificabile arte marziale.
-Sai qual è la differenza principale tra noi due? - domanda con retorica l'arrampicamuri, durante il balzo nella sua direzione e prima di sbatterlo contro la porta - Tu non hai il Senso di Ragno.

Improvvisamente, proprio quel potere scatta, in contemporanea al suono di un allarme.

 

All'interno del covo del Coordinatore

Norman Osborn è stato molte cose nella sua vita: geniale capitano d’industria, marito e padre devoto, omicida psicopatico. Quello che non è mai stato, o meglio si è convinto di non essere mai stato, è una vittima senza speranza. Eppure adesso si trova in fondo a quel baratro: non solo il Coordinatore gli ha strappato la maschera di Goblin, rivelando la sua identità e bloccando il suo potere, ma gli sta puntando una pistola alla fronte.

-Addio, Osborn. Ti piacerebbe sentirti dire che ti ho sempre ammirato, ma la verità è che da tempo speravo di ammazzarti come un cane - lo schernisce il Coordinatore.

Prima che possa premere il grilletto, però, l’allarme scatta. E la stessa cosa fa la follia latente di Goblin.

Approfittando dell’improvvisa distrazione del Coordinatore, con un gesto fulmineo estrae un pipistrello-rasoio dalla cintura e lo usa per colpire con forza la mano del Coordinatore.

Quest’ultimo si lascia scappare un urlo di dolore: la lama è estremamente affilata ed il taglio è profondo, fino all’osso. Goblin vuole sfruttare l’apertura per sferrare un pugno al Coordinatore, ma la sua fortuna sembra finita: con una velocità inattesa il Coordinatore lo spinge via, scagliandolo contro la parete opposta come una bambola di pezza.

-Pensi che basti questo a fermarmi!?

-No. Ho qualcosa che può farti molto più male, e parlo per esperienza personale – controbatte Goblin, premendo un pulsante nascosto nella cintura.

La stanza in cui si trovano i due criminali è ben insonorizzata, ma il suono dell’aliante di Goblin che sfascia la porta è ben distinguibile. Il velivolo si abbatte sul Coordinatore con forza sufficiente a rompere le ossa a un uomo normale, ma in questo caso tutto quello che fa è separare i due avversari.

Norman Osborn non ha bisogno d’altro...no, una cosa manca ancora. E la raccoglie da terra.

Non appena indossa nuovamente la maschera di Goblin, il suo cuore sobbalza. E le sue labbra si allargano in un agghiacciante sorriso.

 

All'entrata del covo

-Credo tu abbia fatto finalmente l'errore più grosso della tua vita, tessiragnatele - sentenzia Electro, al suo arrivo.

-Già, a meno che tu non abbia rinforzi nascosti... - incalza Shocker.
-Se volete vi faccio vedere la mia tessera da Vendicatore- allude l'eroe, mentre strattona via uno svenuto Ragno di Sangue. Chissà che, alla luce dei recenti team-up, non riesca a far loro credere  che stia per ricevere aiuto.

Per concentrare al massimo il senso del pericolo, l'Uomo Ragno chiude gli occhi. E' difficile descrivere cosa percepisce in questi casi: lo spazio circostante è come un flusso di energia oscura, dove tutto è più chiaro dove minore è il pericolo. Dillon e Schultz gli scaricano addosso quantità letali di energia elettrica e vibratoria, ma affidandosi unicamente a istinto e riflessi Peter riesce ad evitare ogni raffica con una grazia degna di una coreografia, avvicinandosi ad ogni passo a loro.

D'improvviso, l'affresco di probabilità si tinge di rosso, se avesse senso di parlare in termini di colori. Alle sue spalle, qualcosa è scattato.

-Prova ad evitare questo, Uomo Ragno! – lo minaccia Electro, sul cui corpo danzano migliaia di volt prima che la tensione sia scatenata in ogni direzione.

L’Uomo Ragno deve muoversi rapidamente come non mai per evitare le scariche che seguono la linea di minor resistenza. Non è semplice evitarle tutte: anche con i suoi riflessi, deve affidarsi al 100% al Senso di Ragno. Sfortunatamente nemmeno il suo utilissimo sesto senso è onnisciente, e tutto ciò che può fare è tenerlo lontano dal pericolo più immediato.

-Stai attento, non voglio morire fulminato – si lamenta Shocker, coprendosi gli occhi con un braccio: non solo per ripararsi dalla luce dell’elettricità emessa da Electro, ma anche perché quest’ultima si è insinuata all’interno delle luci del magazzino... e delle line elettriche più vicine.

L’impianto elettrico non regge a lungo: i fili non sono progettati per resistere a queste differenze di potenziale e si surriscaldano. E date le quantità letteralmente industriali di tessuti infiammabili presenti nel magazzino, non passa molto tempo prima che scoppi un incendio.

-Razza di idiota, guarda cosa hai fatto! - lo redarguisce Shocker.

-Cosa vuoi che me ne freghi di questo posto, diamo addosso al Ragno! – risponde Electro.

Dover evitare le fiamme rende effettivamente quasi impossibile gestire anche le scariche elettriche; se solo ci si mettesse anche Shocker, sarebbe la fine per l’Arrampicamuri.

-Pensaci tu: Betty è ancora là dentro – dice Shocker, dando le spalle ad Electro per scappare via.

-Betty – sussurra l’Uomo Ragno. Qualcosa scatta.

Una dose letale di elettroni colpisce il punto dove si trovava un decimo di secondo prima, e l’ultima cosa che Electro ricorda di aver visto è un pugno rosso.

Shocker solleva i pugni verso l’ingresso del rifugio, ma prima che possa attivarne le scariche di vibrazioni quest’ultima viene ridotta a brandelli da un’esplosione.

Per fortuna il costume imbottito che lo ripara dagli effetti delle sue armi lo protegge anche dalle schegge dell’esplosione, ma niente lo prepara alla vista che ne segue: Goblin esce dal covo del Coordinatore, ed ha tra le braccia Betty Brant.

Questo dovrebbe essere il suo momento: fare l’eroe e conquistare la ragazza. Ma Shocker conosce le storie... quelle che i criminali si raccontano dopo aver bevuto un po’ troppo... e sa che c’è una regola non scritta a New York: nessuno si mette tra Goblin e l’Uomo Ragno se vuole vivere.

Vorrebbe dire qualcosa, ma tutto ciò che vede sono la maschera sporca di sangue del Folletto Verde e lo sguardo di delusione di Betty un istante prima che Shocker se la dia a gambe.

-Una seccatura in meno – commenta Goblin, lasciando che Betty si rimetta in piedi.

-Lasciala andare, bastardo – dice una voce dall’alto.

L’Uomo Ragno atterra dopo un salto di parecchi metri, lasciando cadere a terra i corpi privi di sensi di Electro e del Ragno di Sangue, legati con la ragnatela.

-Non è come sembra. La sto portando in salvo – chiarisce il vigilante.

-Non mi ha fatto del male – aggiunge Betty, che comunque non perde tempo a rimettersi in piedi da sola e ad allontanarsi rapidamente da Goblin; per quanto sia scossa, solo la conoscenza decennale dell’Uomo Ragno gli permette di notare che sta tremando.

-Che cosa ci facevi qui, Goblin?

-Quello che avresti dovuto fare tu, Uomo Ragno. Ora, questo non mi sembra il momento per...

-Lo sai che non esiste che io ti lasci scappare così, vero? Ma il Coordinatore e Shocker sono lì fuori, da qualche parte... non posso lasciarmeli sfuggire!

-No, Uomo Ragno, ti prego... nessuno vuole morto il Coordinatore più di me, ma non puoi lasciarmi da sola con Goblin!- lo supplica la giornalista, in un barlume di sconforto.

-Io... hai ragione.

-Guarda che state parlando davanti a me. E che ti ho salvata io- rimarca Osborn.

-E' sotto shock, perdonala - stempera l'imbarazzo Spidey.

-Anche volendo portarla al sicuro, il mio aliante è distrutto, non posso volar via con nessuno. Chiamiamo i pompieri, ma non possiamo farci trovare qui.

-Parla per te, i pompieri mi adorano- dice Peter Parker, prima di allontanarsi a chiamare i numeri d'emergenza. Un minuto più tardi, si riavvicina agli altri. -Arriveranno a minuti, polizia compresa. Erano stati già allertati dagli automobilisti.

-Facciamo così: aspettiamo che arrivino, affidiamo alle autorità la signorina Brant - dice, con un evidente sforzo nel trattarla con un tale riguardo - dopodiché mi accompagnerai in un posto.
-Dove? Perché? Possono entrare gli under 21?

-Ho qualcosa che ti interesserà.

 

Strange Palace
Dove possono vedersi due super-criminali e un'aspirante supereroina senza creare scalpore? Di certo non in un Bar Senza Nome o in un qualunque altro locale diverso da questo. Ormai non molto meno malfamato, ma si può passare più inosservati che altrove. Soprattutto se la supereroina ha improvvisato un costume anonimo grazie alle sue facoltà. La donna afroamericana di fronte a lei, invece, non sembra avere interesse a nascondersi.

-Dove’è Quicksand? – arriva direttamente al punto la Scorpione.

-Sappiamo entrambe che è troppo focalizzata sulla possibilità di una cura per ragionare, ed avevo bisogno che ci parlassimo faccia a faccia.

-Allora, hai deciso se accettare la mia proposta o no?

-Non senza aver avuto qualche informazione in più. Non so nemmeno chi sei – ammette Catalyst.

-Credevo di averti detto di essere una scienziata. Avrai sentito parlare del Dottor Stillwell.

-Lo scienziato che ha creato lo Scorpione, certo; era un genio della manipolazione genetica.

-Era anche mio padre.

C’è un momento di pausa imbarazzante, immediatamente colto dalla donna di colore.

-Sì, lui era bianco. Almeno nessuno può dire che abbia avuto favoritismi nell’ottenere il mio dottorato, visto che tutti hanno dato per scontato che mi chiamassi Stillwell per coincidenza.

-Non vorrei suonare insensibile, ma per favore non dirmi che lavori con il Coordinatore perché incolpi l’Uomo Ragno della sua morte...

-Niente del genere: mio padre è morto per colpa del primo Scorpione, lo so benissimo. La formula originale era troppo instabile, per questo ho impiegato anni a cercare di stabilizzarla... ma la mia ricerca era molto costosa, e dopo i fallimenti di casi come Connors e Banner nessuno voleva finanziarla. Non legalmente, almeno; ma al Coordinatore serviva qualcuno che avesse esperienza con il lavorare su sieri di modificazione genetica.

-Fammi indovinare: voleva il suo esercito personale?

-No, voleva stabilizzare il siero che scorreva già nelle sue vene.

-Vuoi dire che il Coordinatore era già super-umano prima ancora che tu lavorassi per lui!?

-Lo era, ma il suo siero era ancora più instabile di quello di mio padre: stava perdendo di efficacia, anche per colpa dell’uso molto limitato delle sue capacità superumane.

-Hai ancora dei campioni di questo siero? – chiede Catalyst, nei cui occhi si è accesa una scintilla.

-Non nella sua forma attiva, se vuoi usarla su te stessa. Solamente campioni dei residui chimici che scorrono ancora nel sangue del Coordinatore.

-E’ fantastico... devo parlarne con l’Uomo Ragno, ma se ho ragione, questo ci basterà per incastrare il Coordinatore una volta per tutte!

 

All'esterno del magazzino

Non fa particolarmente freddo, ma è d'uopo che i paramedici appena arrivati abbiano avvolto una sconvolta Betty Brant in una coperta, mentre sta seduta sul retro di un'ambulanza, intenta a sorseggiare un bicchierone d'acqua e a scrutare la scena. Il fuoco delle fiamme che sta consumando il covo in cui è stata prigioniera per un numero di giorni di cui ha perso il conto la ipnotizza, così come vedere all'opera i pompieri che stanno tentando di domare l'incendio. Tutt'intorno è un tripudio di sirene, tra vigili del fuoco e polizia.

Non la meraviglia veder arrivare un volto noto, per chi bazzica l'ambiente. Una donna che ammira, l'attuale vice-direttrice dell’F.B.S.A.

-Siete arrivati prima di Codice Blu - la accoglie il poliziotto più alto in grado -Electro e l'altro  ragno di cui non so il nome sono ammanettati e privi di sensi, ma non siamo attrezzati per contenerli oltre. I pompieri non ci hanno informato a dovere e abbiamo chiamato solo fa  Codice Blu. Vi hanno avvisato loro o che?

-Abbiamo i nostri mezzi. Ora ce ne prendiamo carico noi. Caricateli sul nostro furgone - dispone Maria Hill, con piglio autoritario.
-Volentieri. Ragazzi, datele una mano..! - ordina l'ufficiale ai suoi sottoposti.

Lungo la strada, Maxwell Dillon si risveglia, prima di Michael Bingham, complici gli scossoni del furgone. Si accorge di non avere nessun tipo di manetta, il che è una buona notizia che lo insospettisce. Si affaccia sulla finestrella del conducente e nota che alla guida c'è nientepopodimenoche Maria Hill.
"La mia reputazione salirà alle stelle se fulmino questa stronza" è il primo pensiero che gli passa per l'anticamera del cervello.
Per sua fortuna, l'autista sente sfrigolare le dita elettriche del prigioniero e, in un batter d'occhio, si trasforma in una bianca figura umana indistinta.
-Sta' buono, Dillon: il Coordinatore ha ancora una missione per voi - dice impassibile la Camaleonte.

 

Red Hook Container Terminal
Porto di New York e New Jersey, Brooklyn

Quando Goblin gli ha chiesto di scortarlo al suo covo più vicino, l'Uomo Ragno non si aspettava di arrivare su un molo pieno di container. Gli fa strano vedere il Folletto Verde armeggiare con i lucchetti; mai, però, quanto l’essere qui, in questa situazione, con lui. Il fatto che gli stia mostrando un suo punto d'appoggio è la prova che questo vigilante è in buona fede?

-Lo confesso, da te mi aspettavo qualcosa di più simile a una... Goblin-Caverna- scherza l'arrampicamuri, per combattere l'imbarazzo, mentre segue il "padrone di casa" all'interno del claustrofobico rifugio. Nella penombra, riesce a scorgere attrezzature, armi, un letto, una dispensa.
-Quella è da un'altra parte- ribatte il folletto, con il tono indecifrabile di chi non vuol far capire se parli sul serio o meno.

-Scommetto sotto le Osborn Industries o la Wave Tower - insiste Spidey, alludendo in seconda battuta al grattacielo in cui alloggia il suo vecchio arci-nemico.
-Ancora con questa storia? Non sono Norman Osborn - nega senza pudore - Osborn avrebbe forse salvato Betty Brant, invece di attaccarti o di scappare?

-Touché. Be', ti ho accompagnato, nessun malintenzionato ti ha rapinato nel tragitto... posso ritirarmi tranquillo a casa? Domani passo a prenderti alla stessa ora? Conosco un ristorantino che----

-No. Voglio dimostrarti che possiamo collaborare per rendere questa città più pulita - annuncia, nel frattempo Goblin che armeggia con qualcosa preso dalla sua cintura e che chiude all'interno di una busta trasparente che gli porge. -Ecco a te.
-Che cos'è? - domanda, in modo ridondante, il tessiragnatele. Con due dita a pinza, solleva il reperto all'altezza degli occhi.
-Un mio pipistrello-rasoio, sporco del sangue del Coordinatore.
-Bleah.
-Può tornarti utile per risalire alla sua identità?
-Con tutta probabilità, sì, grazie.
"Norman avrebbe immaginato che sono in grado di analizzare un campione biologico" pensa l'Uomo Ragno "ma d'altro canto, lui stesso sarebbe in grado di usarlo e non l'avrebbe dato a me".

"Ti facevo più intelligente, Ragno. Io non ho avuto bisogno di analisi per capire chi è il Coordinatore" pensa Goblin "ma non posso ancora fidarmi abbastanza di te per condividere quello che so". Forse un tempo, quando conosceva la sua identità segreta, avrebbe potuto lasciarsi andare di più, ma ormai quella maschera gli ispira una diffidenza che richiede fatica per essere superata.
I loro pensieri vengono interrotti dalla suoneria di un cellulare. Peter si allontana per rispondere, sa che chiunque sia ha superato il filtro delle chiamate prioritarie. Anche se inizia a meditare di togliere Maureen Goodwin dalla lista.
-Catalyst, chi non muore si risente. Tutto ok?- risponde a bassa voce.
-Sì, capo - dice l'aspirante supereroina all'altro capo - ma ho bisogno che ci vediamo. Riguarda il Coordinatore.

 

Empire State University, il giorno dopo

-Ripensandoci, non è un rischio che ci vedano insieme? - domanda l'Uomo Ragno a Maureen, in abiti civili, sul tetto del Dipartimento di Scienze.
In realtà, la domanda vorrebbe porla a se stesso. I suoi colleghi hanno visto il dottorando Parker uscire dal laboratorio per una fantomatica festa in onore di una sua collega giornalista, e cinque minuti dopo qualcuno potrebbe avvistare l'arrampicamuri in zona.
-Siamo stati attenti, no?

-Sì, e ho il mio sesto senso a proteggerti. Comunque ti vedo strana.
Lo sguardo di lei lo sta squadrando come farebbe l'uomo medio alla vista di una bella ragazza in abiti succinti.
-Non sono abituata a vederti alla luce del sole. Letteralmente. Ma parliamo di lavoro - scrolla la testa imbarazzata.

-Certo. Spara.

-Ieri ho parlato con la Dottoressa Stillwell...

-Chi?

-La nuova Scorpione, anche se non penso le piaccia farsi chiamare così, data la storia di famiglia.

-Che vuol dire la storia di... aspetta, Stillwell? Come in Farley Stillwell, il genetista...

-...che ha creato il primo Scorpione, sì, proprio quello. E’ sua figlia.

-Sul serio? Piccolo il mondo, non me lo sarei mai aspettato.

-Non sapevi che avesse avuto una figlia da una donna di colore?

-Non mi aspettavo che sapesse che cosa fosse una donna, a vederlo. Per favore non dirmi che mi vuole morto perché incolpa me della morte di suo padre...

-A dire la verità gliel’ho chiesto, ma no.

-C’è una prima volta per tutto, suppongo. Come ha fatto a contattarti? Non mi sembri il tipo da avere già informatori sparsi per la città.

-Adesso non ha importanza – risponde lei, immediatamente sulla difensiva; un po’ troppo, secondo l’esperienza dell’Uomo Ragno, ma non è il momento per pressarla su certe cose. -Mi ha dato degli indizi sul Coordinatore: l’ha assoldata per aiutarlo a stabilizzare un siero che lo rende super-forte. Credo sia uno dei tuoi vecchi nemici, anche se da come ne parla escludo sia il primo Scorpione.

-Lo spero bene. E’ brutto dirlo, ma preferirei restasse morto – commenta onestamente l’Uomo Ragno, che preferisce non pensare al suo ultimo scontro con Gargan.[i]

-In ogni caso, mi ha lasciato alcuni dei campioni di quel siero! Se tu mi aiutassi a restringere un po’ il campo, potrei usare i miei poteri per rintracciare quella composizione chimica e stanarlo!

-Bella idea, ma non è così semplice: hai una vaga idea di quanti nemici abbia? Ce ne saranno almeno una dozzina che corrispondono...

L’Uomo Ragno si ferma di colpo. E’ impossibile a dirsi per colpa della maschera, ma Maureen giurerebbe che sta fissando il vuoto.

-Uomo Ragno? Qualcosa non va?

-Come ho fatto a non pensarci prima? Ce l’avevo proprio sotto il naso, ma ero troppo occupato ad evitare di essere ucciso per notarlo!

-Che cosa?

-Il Coordinatore. Credo di aver appena dedotto la sua identità... e tu sei l’unica che può aiutarmi a recuperare le prove per incastrarlo una volta per tutte.

 

Daily Bugle

Betty Brant ne ha passate di notti insonni, sin dai tempi della morte di sua madre prima e di suo fratello, passando per quella di Ned Leeds. Può darsi che non ci si abitui mai a certe tragedie. Eppure la sua fibra forte nasconde abbastanza bene come sia uscita da un sequestro di persona lungo giorni, seguito da un interrogatorio senza fine da parte delle forze dell'ordine. Ha dormito fino a tarda mattinata, pur su un divano, senza che la tensione accumulata l'abbia avuta vinta sulla stanchezza psicofisica; dormire a casa di una vecchia amica ha giovato a farla sentire al sicuro. Tornare nel proprio appartamento, da sola, dove probabilmente la Camaleonte potrebbe non aver avuto la decenza di non soggiornare, non avrebbe aiutato. L'amica insiste che dovrebbe prendersi un lungo periodo di ferie dopo l'accaduto, ma Elisabeth Brant non è il tipo che sta con le braccia conserte a macerarsi sui propri guai. Risolte le questioni con la polizia, la sua priorità è stata tornare dalla sua seconda famiglia, riabbracciare i colleghi e consegnare lo scoop del mese.

La giornalista rapita dal boss criminale e sostituita da un'emula. Il Bugle andrà esaurito, come minimo, nonostante la crisi dell'editoria cartacea.
Non ha avuto tutti i torti: l'accoglienza è stata a dir poco calorosa. Le rotative si sono fermate, per celebrare il suo ritorno sana e salva.
Persino J.J.J. sembra al settimo cielo, complice forse lo spumante con cui hanno ripetutamente brindato (e che i dipendenti si ritroveranno a dover rimborsare in busta paga, probabilmente).
Solo la presenza di Peter Parker avrebbe reso tutto perfetto, ma non si può avere tutto dalla vita.

La festa viene interrotta dal fragore di un vetro in frantumi.

La figura minacciosa di un tessiragnatele accovacciato si è fatta strada attraverso una finestra, è atterrata sulla sua scrivania e mostra un pugno carico, pronto per colpirla.
-Addio, Brant- sentenzia l'Uomo Ragno.

 

All'attico di un altro grattacielo di Manhattan

A pochi isolati dal Bugle Building, in cima a un lussuoso palazzo, in un ufficio di copertura, avviene un inaspettato incontro tra un boss del crimine e un suo scagnozzo.
-Ragno di Sangue, che diavolo ci fai qui? Senza essere propriamente annunciato?! - si altera il Coordinatore, ancora intento ad aggiustarsi la maschera in volto.

-Mi perdoni, capo, ma sono sicuro che le interesserà conoscere questa signora.
Accanto al criminale, campeggia la strana figura di una ragazza, bardata in un costume fornito di mantello e cappuccio marroni, dal sapore molto medievale o, ad esser precisi, fantasy.
-Chi diavolo è?
-Sono... - inizia a parlare l'interessata, subito interrotta.
-Fa' parlare me, cara - la stoppa il Ragno - lei è l'Alchimista. Ha il potere di trasformare i metalli in oro. E vuole mettersi al suo servizio. Perché da sola ha difficoltà a riciclare---
-Un momento: perché diavolo sei qui e non al Bugle? Non avresti dovuto portarmi la testa della Brant?
-La..? La... Oh, la Brant. Ehm, sì, non c'era, ora ci torno, tanto è... è qua dietro, no? In effetti è meglio che vada... - inizia a indietreggiare verso la porta.

Il Coordinatore si fionda alla sua scrivania, pigia un tasto di un interfono e recita:
-Electro, raggiungici: ho due problemi da risolvere qui.

Daily Bugle
Goblin si compiace del proprio istinto. Aveva deciso di seguire l'Uomo Ragno nella convinzione che ciò l'avrebbe portato allo scontro finale con il Coordinatore. La pista l'ha portato da tutt'altra parte, in tutt'altro scenario. Da lontano, sul suo nuovo aliante di riserva, fatica a credere nel vedere la sua vecchia nemesi irrompere nella redazione del giornale e attaccare qualcuno.
Qualunque cosa stia succedendo, una cosa è certa: non può stare con le mani in mano.

 

All'interno della redazione, una bomba-zucca esplode e, con la sua onda d'urto, scaglia l'Uomo Ragno lontano dalla sua vittima.

-L'Uomo Ragno tenta un omicidio e Goblin glielo impedisce... pensavo di averle viste tutte in vita mia - ammette Ben Urich, non appena le orecchie smettono di fischiargli e vede planare sotto il suo stesso tetto il personaggio-chiave del suo più famoso libro. O perlomeno, qualcuno che ne indossa il costume e l'attrezzatura.
-Per chi devo tifare?- si chiede Jameson.
In apparenza Phil Urich non ne avrebbe motivo, ma è il più terrorizzato di tutti alla vista del Folletto Verde. Se aveva ancora dubbi, adesso che lo vede con i propri occhi, è sicuro che chi c'è dietro quella maschera, è la stessa persona che ha trafugato la sua attrezzatura da Goblin in casa sua, una persona sicuramente legata agli Osborn.
[ii] A costo di fare la figura del pavido, scappa a gambe levate: non vuole rischiare di essere notato dal vigilante.
-Phil! - lo richiama a mezza voce, inutilmente, suo zio, deluso. Con la massima prontezza concessa dalla sua età, Ben sgattaiola verso la sua scrivania, apre un cassetto e afferra un taser. E' quanto si è voluto concedere, dopo anni di attentati alla sua persona o alla redazione.

Con sangue freddo e discrezione, da un angolo Irene Merryweather continua a scattare foto dello psicodramma in atto. Ivi compreso l'Uomo Ragno che si rialza a fatica e si sporge verso un'altra sua collega.
-Angela...
-Cosa..?- si chiede la Yin, in preda al panico. Perché si sta rivolgendo a lei? Perché quella voce le è familiare?


-Tu scherzi col fuoco, impostore. Potrai ingannare i dilettanti ma non Goblin! Non sei degno di indossare quel costume! Pagherai col sangue questo oltraggio!

Le vecchie fantasie di Goblin prendono vita, ed afferra il Ragno di Sangue per il collo.

Le mani si stringono con forza sulla giugulare, premendo i pulsanti nascosti all’interno dei guanti. La scossa elettrica è incredibilmente dolorosa, progettata per far perdere i sensi a un uomo con un contatto di pochi secondi... ma la presa di Goblin non accenna a diminuire.

Il Ragno di Sangue si agita mentre i guanti attuano un elettroshock; il suo cuore resiste quanto più umanamente possibile, o forse poco più, fino a quando non crolla a terra privo di vita.

Non contento, sprezzante di tutto e di tutti, un furioso Norman Osborn strappa dal volto la maschera dell'Uomo Ragno, come tante volte ha fatto o avrebbe voluto fare in passato, con effetti diversi.
Stavolta, infatti, al pubblico ludibrio è esposto il volto esanime ed anonimo di Michael Bingham. Anonimo per tutti, tranne che per Angela Yin, che lancia un urlo straziante alla vista del suo amante morto.

Nell'attico del Coordinatore

Il piano era azzardato, è vero, ma avrebbe potuto funzionare senza la variabile "Betty Brant".
Con i poteri di Catalyst, era stato un gioco da ragazzi fabbricare due costumi, uno da Ragno di Sangue, uno per la fantomatica Alchimista.
Con quegli stessi poteri, era stato abbastanza facile incrociare le informazioni del sangue e del siero del Coordinatore per rintracciarlo con il Senso della Materia.

Nel tragitto verso la base del boss, Peter non faceva che pensare a quanto poco gli piacesse essere arrivato a quel punto solo grazie ad informazioni ricavate da criminali - a modo loro la Scorpione, Quicksand e Goblin gli hanno fornito tutti gli indizi - e l'aiuto imprescindibile di Maureen. Sta perdendo colpi con l'età?

Qualunque fosse la risposta, non poteva aspettare oltre. A costo di rinunciare alla festa di bentornato per Betty Brant, avrebbe scovato il criminale, l'avrebbe affrontato e l'avrebbe arrestato alla luce del giorno, cogliendolo alla sprovvista.
Pregava di non aver commesso un enorme errore.

E invece.

Il caso ha voluto che la sua identità di copertura non dovesse trovarsi lì.

Fosse per lui, l'arrampicamuri rimanderebbe la resa dei conti, fletterebbe i muscoli verso il vuoto, diretto al Daily Bugle per fermare la missione del vero Ragno di Sangue.

Il Coordinatore è di avviso diverso, invece.

-Dove credi di andare? - dice, afferrandolo per un polso e spiaccicandolo contro la vetrata.
-Capo, che succede?- irrompe Electro, seguito da un nugolo di scagnozzi umani armati di pistole automatiche.

-Abbiamo due intrusi. Ma occupatevi della ragazza, e non sottovalutatela-
-Intrusi? Ma il Ragno Di---
-E' l'Uomo Ragno!!! – urla il Coordinatore, mentre gli si scaglia contro con un gancio, a una tale velocità e una tale mancanza di preavviso da superare il Senso di Ragno.

-Non sono mai stato portato per il teatro e la recitazione, eh? - sdrammatizza Parker, ancora dietro la maschera del supercriminale, mentre si massaggia la mandibola dolorante e si rialza.

-Tentativo patetico, arrampicamuri, da te mi aspettavo di più.

-Intanto ti ho trovato, no? Ma vediamo di finirla subito perché ho una giornalista da salvare!
-Sempre avuto un debole per la Brant, eh?

-Anche tu, se il mio istinto non sbaglia!

 

Intanto, Maureen è stata circondata da Max Dillon e gli sgherri del Coordinatore. La disparità numerica è schiacciante. Forte della sua esperienza nella battaglia del Lusty Leopard, la prima preoccupazione di Catalyst è trasformare il tessuto del proprio costume in gomma, per proteggersi come può da Electro.

La tentazione di ricorrere alla formazione di gas soporifero o simili è sempre forte, ma sa che è un'arma a doppio taglio e che lo sforzo di trasformare le molecole atmosferiche, separate per definizione, è infinitamente maggiore di quello richiesto da liquidi e solidi.

Nello stesso frangente, Electro le scaglia addosso una scarica che ha il solo effetto di farle rizzare peli e capelli e farle girare la testa. Catalyst gli balza addosso, lo tocca e trasforma il suo costume in un blocco di muscovite, una mossa che riesce allo stesso tempo ad isolarlo e immobilizzarlo.
-Diavolo d'una..! Che ca##o mi hai fatto?!

Spaventati, i malviventi armati mettono al bando le loro remore nei confronti di un giovane esponente del sesso debole - dal loro punto di vista - e sparano.

 

L'Uomo Ragno si gira. Non avvertiva un'angoscia così opprimente da quando un ginecologo corrotto uscì da una sala operatoria per dirgli che sua moglie aveva abortito al nono mese di gravidanza. E' sicuro di vedere morire sotto i suoi occhi una ragazza innocente ed è sicuro che si assumerà tutta la colpa di quella morte inutile.

Il Coordinatore ne approfitta per assestargli un altro colpo, che in quel momento giunge quasi come una liberazione. Con la coda dell'occhio, Peter Parker intravede proiettili che rimbalzano contro il costume di Catalyst. Per un attimo, imputa quella visione a una commozione cerebrale dettata dal suo nemico.

-Ma come..?! - si chiedono a voce alta gli assassini.
-Wow, piombo in gomma, all'istante! - grida entusiasta la ragazza, anche lei convinta fino a un secondo prima di essere morta.
Probabilmente riporterà grossi lividi, ma è riuscita a trasformare proiettili veri in proiettili a salve. Migliora di giorno in giorno.

I riflessi del tessiragnatele sono tutti tesi a mirare le pistole dei criminali e a disarmarli.

Ciò non toglie che l'Uomo Ragno ha avuto la conferma che avere una spalla rappresenta un rischio e una distrazione troppo grossi perché possa permetterseli. La disperazione e la rabbia di poco prima non l'hanno ancora abbandonato ed è inevitabile che li riversi sul suo avversario.

Nemmeno il Coordinatore si aspettava un attacco così brutale e così ferale. L'arrampicamuri scarica senza ritegno la forza di venti uomini nei suoi pugni e nei suoi calci, con intensità e rapidità tali da non poter essere nemmeno assorbiti dal misterioso siero che lo rende così superumano.

-Quanta... violenza... alla fine non sei così dissimile da me, no? - biascica il Coordinatore, in ginocchio.

Non ha nemmeno la soddisfazione di una sdegnata smentita.

Per Peter Parker l'identità segreta è sacra. Tanto vale per se stesso, quanto per gli altri, eroi o criminali che siano. D'altro canto, la curiosità e la sete di giustizia sono troppo forti, perché si faccia scrupoli nel fare quello che sta facendo, davanti a occhi indiscreti.

Un filo di ragnatela s'incolla sulla fronte del boss e, con uno strattone, gli sfila con violenza la maschera.

Tutti si girano a fissare, chi sorpreso, chi perplesso, chi terrorizzato, il volto di un uomo canuto di mezza età, di cui di primo acchito non si crederebbe capace di essere un sanguinario, fortissimo super-criminale. Che si tratti del Coordinatore... o del primo Hobgoblin.

-E' finita, Kingsley!

 

La conclusione... fra due aggiornamenti!
Il mese prossimo: l'evento
Marvel IT NEXT. Come sarà l'universo Marvel IT fra 15 anni? Che fine avranno fatto il nostro amichevole tessiragnatale di quartiere e la famiglia Parker?



 

 



[i] Nell'ormai classica saga "Rain on New York" di Yuri L. nei nn. #37/42.

[ii] Andate a rileggervi il finale del #78.